Quando Cheryl , autrice e protagonista di questo libro autobiografico, decide di affrontare in solitaria parte del PCT , il Pacific Crest Trail , non è un esperta escursionista, non è allenata, nè si è mai cimentata in nulla di neanche vagamente simile all’ impresa che sta per intraprendere: è una donna che non riesce a superare la morte prematura della madre, con un matrimonio appena naufragato alle spalle e una vita andata in frantumi, che lei sta cercando in ogni modo di tenere insieme.
Un giorno per caso, sullo scaffale di un supermercato, la sua attenzione viene catturata da una guida che parla di questo lungo sentiero escursionistico, che per più di 4000 km si snoda lungo la costa occidentale degli Stati Uniti, congiungendo il confine con il Messico e quello con il Canada, il Pacific Coast Trail per l’ appunto, e quella casualita’ la porterà a vivere la bellissima avventura che è narrata in questo entusiasmante libro, ma soprattutto, a ritrovare sè stessa.
Spinta dal desiderio di trovare la sua strada Cheryl decide di affrontare parte di quel sentiero, e di percorrere in solitaria più di 1000 km, attraversando la California e l’ Oregon, per giungere a Cascade Locks, ai confini con lo stato di Washinton.
L’unico compagno ad affiancarla dall’ inizio alla fine della sua avventura, sara’ “Mostro”, così Cheryl ha ribattezzato il suo enorme zaino da trekking, dovrà contenere tutto ciò che le servirà per sopravvivere per tre mesi tra deserti, foreste e montagne. Un compagno che all’ inizio del cammino sa essere un temibile nemico, con il suo enorme peso che quasi le impedisce di reggersi in piedi, ma che con il tempo saprà anche rivelarsi il simbolo della sua forza di volontà e della sua determinazione.
I momenti di difficoltà per la donna non saranno pochi, soprattutto all’ inizio: dovrà vincere la paura della solitudine e dei pericoli, la scarsità di acqua e cibo, le avversità climatiche, la fatica e lo sconforto; ma incontrerà anche persone che renderanno speciale il suo cammino, anche se solo per qualche chilometro. Scoprirà quanto possa essere bello ritrovarsi a dormire sotto il cielo stellato, sapersela cavare in mezzo alla natura selvaggia e giorno dopo giorno, il suo corpo e le sue gambe diventeranno più forti, permettendole di portare a termine il suo cammino, e di giungere al Bridge of the Gods, decisa a riprendere in mano la sua vita.
Questo libro, che per molti aspetti può considerarsi un vero e proprio romanzo di formazione, è un bellissimo racconto di coraggio e di desiderio di mettersi alla prova. Cheryl consegna alle sue pagine la sua storia familiare, la sua fatica, il suo percorso personale, e lo fa parlando in modo estremamente sincero ed efficace.
Wild è un libro coinvolgente e onesto : parla in primo luogo della fatica, quella del cammino, ma anche e soprattutto quella di riuscire trovare la propria strada nella vita.
Dal libro è stato tratto anche un film, che porta lo stesso titolo, la cui sceneggiatura è stata scritta da Nick Hornby e in cui Cheryl è interpretata da Reese Whiterspoon.
A me personalmente leggerlo ha dato la possibilità di venire a conoscenza di questo incredibile sentiero – un tratto di terra largo sessanta centimetri, come lo definisce spesso la protagonista – ma che racchiude al suo interno luoghi incredibilmente diversi tra loro , e con essa , il desiderio di percorrerlo almeno in parte.
“Non aveva nulla a che fare con l’attrezzatura né con le calzature o la moda del trekking, niente a che vedere con filosofie di un’epoca particolare e neppure con il fatto di andare dal punto A al punto B.
Aveva a che fare soltanto con la sensazione che ti dava stare nella natura. Con ciò che significava camminare per chilometri senza altra ragione se non vedere il succedersi di alberi e prati, montagne e deserti, torrenti e rocce, fiumi ed erba, albe e tramonti. Era un’esperienza potente e fondamentale”
Cheryl Strayed
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