Da tempo avevo in mente di concatenare queste splendide montagne in un giro lungo e variegato che, anche se non raggiunge i 30 k, può entrare di diritto nella categoria “I Lunghi” per le ore di cammino, la bellezza degli ambienti attraversati e la varietà dei sentieri incontrati.
L’occasione si presenta con una giornata di cielo terso in questa stagione anomala ed eccoci con Giulia pronti al Passo del Ghiffi con gli scarponi ai piedi.
Dai primi passi, complice la stanchezza della settimana lavorativa e la voglia di rilassarsi, il ritmo è subito molto blando; c’è voglia di non avere fretta, di godersi appieno questa splendida giornata di sole e luce. Muoversi con lentezza, quasi 10 ore totali per 6 ore e mezza di cammino reale, tra pause fotografiche, spuntini, incontri e chiacchiere varie.
Questa escursione racchiude in sé quanto di meglio può offrire l’esperienza del camminare nelle nostre vallate, ricche di storia e di ambienti particolari.
Salire sul M.Penna attraverso la cengia attrezzata, una piramide di roccia basaltica che deve il suo nome agli antichi liguri che credevano che il dio celtico Pen dimorasse sulla montagna; traversare l’aerea Rocca della Scaletta, con le creste e i tratti su roccia con tutti i sensi accesi per un controllo totale del corpo. Ancora la salita al M.Aiona, con i paesaggi lunari e la sua cima altipiano totalmente spoglia a causa della “tossicità” per molte specie vegetali delle sue rocce serpentine, e ancora la discesa attraverso la sconosciuta e selvaggia Cresta Nord, aerea e adrenalinica quanto basta.
Attraversare la foresta di abeti bianchi del Monte Penna, frutto di antichi rimboschimenti. Questo posto è carico di storia: abitato già nelle prime epoche romane, è stata l’ultima roccaforte degli antichi liguri Velleiati, che cedettero all’impero romano per mano di M.Claudio Marcello solo nel 166 a.c., dopo ottant’anni di durissima resistenza e battaglie. Il legno della foresta, per merito di condizioni climatiche ed ambientali particolari, per secoli è stato utilizzato per realizzare gli alberi dei velieri.
Intorno al 1500 la foresta del Penna passa sotto il controllo della famiglia Doria che sfrutta il legname per costruire i remi nei cantieri navali di Chiavari e Lavagna fino al 1700, quando la concorrenza dei cantieri napoletani sancisce la fine di tale commercio. In seguito la foresta venne sfruttata intensamente per fornire combustibile alle ferriere e vetrerie.
Infine camminare in scioltezza nelle riposanti faggete dal Passo dei Porciletti al Passo dell’Incisa o lungo la sterrata che arriva al Passo della Spingarda, abbandonandosi al ritmo dei propri passi e dei propri pensieri, oppure godendo dei panorami a 360 gradi delle cime e dei crinali attraversati, con lo sguardo che spazia dal mare alle vallate, alle Alpi in lontananza.
Studio grafico: Loris Astesano
Realizzazione: Alberto Reineri