Ci sono molti modi per parlare di cammino e approcciarsi ad esso, ma nella maggior parte dei casi la narrazione ruota intorno al camminatore, alla sua impresa, o al senso e al valore che per lui assume il cammino: insomma, una narrazione antropocentrica.
“ Il Sentiero Luminoso”, di Wu Ming 2 ( all’ anagrafe Giovanni Cattabriga) è invece un libro che si muove su sentieri poco battuti e in cui protagonista principale è il territorio, inteso come spazio da custodire e conoscere, è un libro dal quale traspare un forte impegno politico, e l’ idea del camminare come strumento per riappropriarsi dello spazio e , in una certa misura, della storia.
E’ il racconto del tragitto compiuto dall’ autore a piedi, da Bologna a Milano : un percorso non segnato, un cammino che si muove tra vecchie vie scomparse nell’oblio di una pianura ostile al pedone, rinchiusa tra recinzioni che delimitano proprieta’ private, linee ferroviarie e autostradali, centri commerciali che sorgono come cattedrali nel deserto.
L’ intuizione, secondo me affascinante e al tempo stesso rivoluzionaria dell’ autore, e’ quella di ridare dignita’ a un luogo che per antonomasia è relegato alla sua funzione produttiva, un territorio che non viene preservato, ma solo sfruttato, attraversato e osservato svogliatamente dai finestrini di automobili che corrono veloci verso altre destinazioni :”..siamo abituati a pensare alla pianura come a uno spazio da riempire, e ci facciamo scrupolo solo quando l’ altitudine aumenta”.
Dopo essersi cimentato con il tragitto tra Bologna e Firenze, raccontato poi nel “Sentiero degli dei”, un sentiero riscoperto, custodito e tracciato, Wu Ming 2 decide di alzare il tiro, di costruire egli stesso un sentiero invitando il lettore a fare altrettanto: tracciare la propria rotta pedonale laddove nessuno se la immaginerebbe , e percorrerla con determinazione.
Impresa non facile perché, laddove i sentieri non sono quelli segnati, spesso si incappa nelle recinzioni e nei cancelli chiusi, che respingono il viandante entro limiti già tracciati.
L’ autore si ritrova spesso lungo il suo cammino a scontrarsi con questa realta’ e questo gli offre l’ occasione per fare un’ ampia riflessione circa il diritto, di ogni essere umano, di attraversare liberamente un territorio, sia esso pubblico o privato, purchè non lo danneggi in alcun modo.
Questo diritto, che per assurdo in Italia è concesso solo ai cacciatori, è invece sancito dal diritto svedese, che consente a chiunque di entrare in un fondo privato per godere della natura e risiedere per un tempo limitato ( ad esempio una notte in tenda) e raccogliere frutti selvatici.
Altro tema cui viene dato ampio spazio nel libro è quello della riscoperta della memoria del nostro recente passato: l’ autore si muove alla ricerca delle tracce della resistenza e delle lotte dei braccianti del dopoguerra, ridando vita a storie , nomi ed eventi che il tempo tende a far sbiadire e di cui il triangolo rosso all’ interno del quale si dipana questo percorso è ricco.
“Il Sentiero Luminoso” è un libro cui voglio bene, un libro ricco di spunti, un libro fertile, che mi sento di consigliare perché, prima di tutto è il racconto del tentativo di guardare al proprio territorio con occhi nuovi.
“Terminata la lettura,non sarete in grado di riprodurre sulla mappa il mio sentiero da Bologna a Milano, ma forse vi prenderà la voglia di tracciarne uno vostro, tra due città di vostra scelta. Se questo accadrà, invece di mille viandanti che percorrono lo stesso sentiero – protetto, delimitato e curato – ne avremo forse cento che camminano cento tracce diverse, si intrufolano in cento diversi terreni, scorgono cento diversi focolai di rovina , discutono con cento diversi proprietari e pongono, con i passi e le parole, cento diverse domande di diritto al paesaggio.”
Wu Ming 2
Studio grafico: Loris Astesano
Realizzazione: Alberto Reineri