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ANELLO DEI DUE RIFUGI, MALGA ZANONI E PRATO MOLLO

ANELLO DEI DUE RIFUGI: MALGA ZANONI E RIFUGIO PRATO MOLLO

Questo che vi propongo è un interessante e facile anello che consente di attraversare in poco tempo ambienti molto diversi tra loro e di toccare i due rifugi della zona sopra Prato Sopralacroce, nel Parco Naturale dell’Aveto, entroterra di Chiavari (Ge) : Malga Zanoni e il Rifugio di Prato Mollo, entrambi rinnovati ed ottimamente gestiti.

Si parte da un ampia zona di pascoli, con vegetazione rada e splendide viste, per proseguire sotto il M.Aiona nel tipico ambiente appenninico con boschi di faggio e caratterizzato dai particolari affioramenti rocciosi tipici di questa montagna.

È un percorso adatto a tutte le stagioni, buona parte si svolge nel bosco e anche in estate si riesce ad affrontare tranquillamente, facendo in modo magari di farsi trovare nell’ora più calda con le gambe sotto il tavolo in uno dei due rifugi. In base all’ora di partenza scegliete voi in quale pranzare, vi troverete bene sicuramente in entrambi.

DESCRIZIONE

14 K  D+ 550     4 h

La partenza si trova presso l’ex cava del Ghiffi, lungo la strada che da Sopralacroce porta al passo del Ghiffi e del Bocco. Passata la frazione Belvedere, dopo una serie di tornanti si arriva ad un rettilineo in forte salita nel quale circa a metà si trova a sinistra uno slargo dal quale parte una strada sterrata che arriva alle ex cave del Ghiffi.

Imboccate con la macchina la strada sterrata e proseguite oltre la sbarra per arrivare in breve all’area dell’ex cava nella quale potete parcheggiare . Qui si possono osservare ancora gli edifici in disuso rimasti in piedi e tutta la zona di scavo.

Ci si tiene sulla destra seguendo l’indicazione delle paline A8, la traccia sembra svanire ma individuando le altre paline è impossibile perdersi. Nei pressi del tubo sospeso inizia il vero e proprio sentiero che per la prima parte seguirà sempre la tubazione che portava l’acqua alla cava.

La vista è ampia e il paesaggio e i colori cambiano molto al variare delle stagioni e della luce.

Si arriva ora ad un bivio, il sentiero principale per la Malga Zanoni scende a sinistra per inoltrarsi nel valletto e risalire poi nei pressi del rifugio.

Proseguendo diritti invece si compie una divertente variante che segue in piano il tracciato della tubazione, attraversando piccole forre e altrettante opere di sbarramento e prelievo delle acque.

Risalendo le vallette nei pressi di queste opere si possono trovare delle belle pozze dove rinfrescarsi, attenzione perché non tutte sono di facile accesso.

Purtroppo questo sentiero non è mantenuto e in alcune parti risulta franato e un poco esposto, per cui è sconsigliato a persone poco pratiche e ai bambini.

Arrivati alla Malga, si prende in salita il sentiero a destra con le indicazioni A8, camminando in un’ampia zona di pascoli, con la tipica vegetazione bassa di queste aree. La vista spazia dal mare alle vallette sottostanti che scendono dal M.Aiona, spesso cariche d’acqua, fino al crinale su in cima.

Dopo poco prestare attenzione nei pressi di una palina e di un bivio non così evidente. D’istinto andremmo verso destra, in realtà, nei pressi della palina, dobbiamo girare a sinistra seguendo il segnavia triangolo rosso.

Si entra ora nel bel bosco di faggi che in breve diventa sempre più ripido. Seguiamo il segnavia A8 e triangolo rosso, attraversando alcune belle radure, poi un torrente sempre ricco d’acqua e sempre in salita si arriva ad incrociare la strada sterrata che da Sopralacroce porta al rifugio del M.Aiona, più conosciuto con il nome di rifugio di Prato Mollo.

Si segue la strada verso destra e poco prima del rifugio si arriva nei pressi della “Pietra Borghese”, indicata da un cartello sulla destra della strada.

Questo particolarissimo affioramento roccioso è stato circondato da sempre da un alone di mistero. La particolare struttura fa si che questa massa rocciosa attiri i fulmini e che risuoni in maniera caratteristica se percossa da un martello; inoltre, a causa di abbondante presenza di magnetite, questa roccia fa impazzire le bussole deviandone gli aghi addirittura di 180°. Tutto questo ha fatto pensare per anni che si trattasse di un meteorite.

In realtà la ci troviamo di fronte ad un gioiello dal punto di vista geologico: è l’affioramento di peridotiti più bello dell’intero Appennino.
Si tratta di rocce provenienti dal mantello sottocontinentale che risalirono progressivamente affiorando sul fondo di un antico oceano (l’Oceano Ligure Piemontese) durante i processi distensivi che ne provocarono l’apertura. A causa poi dei movimenti orogenetici, quello che era sul fondo di un profondo mare lo possiamo ora ammirare alla luce del sole!
Le datazioni radiometriche indicano che queste rocce, con i loro 2 miliardi di anni, sono tra le più antiche d’Italia.

Si prosegue sulla strada sterrata verso destra fino ad arrivare al rifugio di Prato Mollo.

L’ampio pianoro di fronte al rifugio non è un semplice prato, ma un sito di grande rilievo panoramico, ambientale (ospita una rarissima area acquitrinosa, con flora e faune tipiche), e storico-archeologica, con tracce di frequentazioni, a partire dal Mesolitico (circa 9.000 a.C), da parte di gruppi di cacciatori e poi di allevatori.

Dopo la doverosa sosta al rifugio sulla bella terrazza al sole o al caldo del camino, si attraversa l’enorme distesa prativa seguendo le paline con il segnavia tre pallini rossi e l’indicazione per il passo dei Porciletti.

 Si scende attraversando una bella faggeta fino ad incrociare il sentiero che prosegue in direzione del passo del Bocco. Noi però prendiamo la traccia sulla destra in direzione Malga Zanoni, segnata con una croce rossa.

È un bel sentiero, risistemato recentemente, che scende fino ad un torrente che si attraversa con un ponticello di legno.

Dopo il ponte si continua sul sentiero a sinistra in discesa sempre segnato con una croce rossa.

 In breve si sbuca nuovamente nella zona prativa sopra la Malga Zanoni, in ambiente aereo e con una splendida vista che abbraccia i rilievi dell’entroterra fino al mare.

Si arriva alla Malga Zanoni dove una sosta sulla panoramica terrazza è d’obbligo, per seguire poi lo stesso itinerario dell’andata in direzione della cava del Ghiffi e della macchina e completare il percorso ad anello dei due rifugi.


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