Scopri questo splendido sentiero ad anello che da Chiavari, attraverso le Grazie, arriva al borgo di Campodonico e quindi a Maxena.
Dal mare di Chiavari ai sentieri e le crêuze che per secoli sono state percorse per lavoro, commercio e per fede. Con questo itinerario ad anello attraversiamo in poco tempo ambienti naturali molto diversi tra loro con panorami che cambiano continuamente: dagli ampi scorci sul Tigullio e il monte di Portofino alle prime montagne dell’entroterra, dal Santuario delle Grazie all’antico borgo di Campodonico e la frazione di Maxena.
DESCRIZIONE COMPLETA
D 490 mt ca H 3.30 ca escluso soste
Dal centro di Chiavari consiglio di raggiungere il bel lungomare e percorrerlo fino all’inconfondibile Torre Fara, architettura dell’epoca fascista nata come colonia estiva e recentemente restaurata per utilizzo residenziale.
Ora raggiungere via Preli nella zona a ponente di Chiavari, seguire Corso Buenos Aires costeggiando la ferrovia e imboccare il sentiero delle Grazie nei pressi del tornante sopra la galleria ferroviaria dove si trovano i primi segnavia.
Si sale al fresco della lecceta seguendo inizialmente i segnavia due pallini, rosso e bianco, lungo un bel percorso attrezzato con corrimano e scalini.
Si incontrano alcuni bunker della seconda guerra mondiale e proseguendo sempre in salita si arriva ad incrociare la via Aurelia poco prima della galleria delle Grazie. Lungo il sentiero delle Grazie tratti si aprono splendidi scorci su Chiavari e il suo mare.
Si sale ora la scalinata a sinistra e si arriva nel piazzale dello splendido Santuario delle Grazie. Al suo interno pregiati dipinti del 1500. La vista spazia da Sestri Levante a Portofino.
Oltrepassato il Santuario si continua in leggera discesa incrociando nuovamente la via Aurelia che si segue sul lato mare per un centinaio di metri. Sulla destra si individua quindi l’attacco del nostro sentiero, si attraversa con cautela la strada e si entra nel bosco .
Il sentiero prosegue in salita con alcuni cambi di direzione fino a piegare verso destra. Nei pressi di un bivio abbandoniamo i due pallini e giriamo sulla traccia di sinistra in salita seguendo le due linee parallele, bianco e rosso e la T rovesciata.
Usciti dal bosco ci troviamo sul crinale sopra San Andrea di Rovereto con una splendida vista sul promontorio di Portofino.
Si prosegue diritti sulla stradina che inizia a salire fino al prossimo bivio: noi proseguiamo sulla destra seguendo il segnavia due linee bianco e rosso.
Il sentiero, in parte lastricato, compie quasi sempre in piano un ampio arco sopra la valletta del rio Campodonico.
Si incrociano alcuni rustici ormai in declino e un antico ponte in pietra: la dimensione della mulattiera fa intuire l’importanza di un tempo di questa via di comunicazione.
Sempre seguendo il segnavia si sale adesso una bella crêuza fino ad incrociare la strada asfaltata nei pressi di Campodonico.
Prendiamo subito la scalinata sulla sinistra che ci conduce nel vecchio borgo di Campodonico, ancora con il fascino di un tempo.
Si passano alcuni cancelli per proteggere dai cinghiali le fasce coltivate, chiuderli sempre bene, e si arriva ad una selletta.
Si continua in piano piegando a sinistra sulla traccia che ci porta ad incrociare dopo un po’ il sentiero per Montallegro con segnavia due quadrati vuoti rossi. Lo seguiamo verso destra in leggera discesa fino ad un quadrivio dove incontriamo il sentiero delle Cinque Torri con segnavia due linee rosse parallele con una linea diagonale in mezzo.
Ora proseguiamo sul sentiero principale in leggera discesa in direzione levante incrociando alternativamente i tre segnavia, alternando tratti di bosco a crêuze con belle viste sul mare.
Passate Case Costa continuiamo fino a imboccare la scalinata sulla destra ben segnalata.
Arrivati presso la chiesa di Maxena, proseguiamo sul lato sinistro della stessa e affrontiamo la scalinata verticale che ci porterà fino a San Pier di Canne.
Da qui su strada fino al centro di Chiavari al termine del nostro giro.
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Studio grafico: Loris Astesano
Realizzazione: Alberto Reineri
sono proprio dei bei percorsi nostalgici e affascinanti, sembra un pò di essere tornati indietro nel tempo, all’epoca del libro ivanhoe proprio nell’introduzione del libro la storia parla di una foresta di quesrce… comunque io ho fatto il percorso dalla squazza al lago di giacopiane e ritorno ad anello alla squazza…(ci abbiamo messo 7 ore di viaggio a piedi causa la perdita del sentiero, e poi l’autobus per tornare al borgo e una tazza di brodo, beh…sì in effetti è un pò un classico quel percosro si fa anche con le scuole, complimenti per le bellissime foto, e per i bei sentieri, salute et amen da elsa flora.
è così, grazie mille
ciao